LinkedIn, il social professionale di Microsoft, rimuove le protezioni contro l’incitamento all’odio per le persone transgender

#LinkedIn ha rimosso le protezioni relative alle persone transgender dalla sua politica sui contenuti diffamatori e denigratori. La piattaforma non elenca più “misgendering o deadnaming di persone transgender” come esempi di condotta proibita . Mentre “contenuti che attaccano, denigrano, intimidiscono, disumanizzano, incitano o minacciano odio, violenza, azioni pregiudizievoli o discriminatorie” sono ancora considerati odiosi, rivolgersi a una persona con un genere e un nome che chiede di non usare non lo è più.

Allo stesso modo, la piattaforma ha rimosso “razza o identità di genere” dagli esempi di tratti intrinseci per i quali i commenti negativi sono considerati molestie. Tale qualifica di molestia è ora mantenuta solo per comportamenti che “denigrano attivamente il genere percepito di un altro membro […]”, senza più menzionare razza o identità di genere.

La data dell’“ultimo aggiornamento” dei Contenuti di odio e dispregiativi è stata aggiornata, ma il servizio non ha comunicato pubblicamente questa modifica nel suo blog Trust & Safety, come ha fatto ad esempio per descrivere come ha migliorato l’applicazione delle sue linee guida della community su larga scala.

https://opentermsarchive.org/en/memos/linkedin-removes-transgender-hate-speech-protections/

@eticadigitale

    • macfranc@poliversity.itOP
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      3 months ago

      @AleF2050 irreale e inaccettabile. Ma anche liberatorio per chi come me non si è mai rassegnato a denunciare l’ipocrisia delle BigTech che si fingevano progressiste.

      Forse salverei la sola Apple, per la quale il valore della “diversity” è sempre stato un marchio di fabbrica e, in effetti, è anche stata una delle prime aziende (la prima?) a intraprendere quella strada

      @eticadigitale